“Non vogliamo correre il rischio che si ripeta al Brennero il drammatico incidente di Viareggio, dove trentuno persone persero orribilmente la vita”, questo il preoccupato grido d’allarme lanciato nei mesi scorsi dal consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì che sui troppo frequenti incidenti chimici al Brennero aveva chiesto una presa di posizione ufficiale della Giunta provinciale presentando una dettagliata interrogazione.
Urzì, ricordando come sull’asse ferroviario del Brennero transitino quotidianamente grandi quantità di sostanze chimiche e di conseguenza ci si trovi di fronte ad una vera e propria emergenza, aveva chiesto all’assessore competente quali fossero state le misure di tutela, prevenzione informazione e sicurezza messe in atto nei riguardi della popolazione residente a Brennero, nelle aree interessate al transito di convogli ferroviari trasportanti sostanze chimiche.
L’assessore alla Protezione Civile Arnold Schuler ha risposto che “per la popolazione residente al Brennero nelle aree interessate al transito di convogli ferroviari trasportanti sostanze chimiche pericolose valgono le stesse misure di tutela prevenzione informazione e sicurezza che l’amministrazione provinciale ha predisposto in caso di incidente per tutta la popolazione altoatesina. Esse si basano sulla rete delle organizzazioni di intervento con relativi piani di allertamento e intervento specifici per gli scenari in oggetto e su strumenti di informazione ed allertamento della popolazione mediante sirene e messaggi emessi da radio e televisione(…)”.
Urzì aveva chiesto però anche se non fosse opportuno effettuare controlli di sicurezza sull’efficienza dei vagoni in transito lungo la linea del Brennero e che trasportano sostanze tossiche o pericolose in zone non prossime ad abitati sventando rischi di drammatiche conseguenze, sinora sfiorate, ma l’assessore Schuler non ha ritenuto di dover aderire a questa richiesta, affermando solo che “qualsiasi attività legata al trasporto, stoccaggio e utilizzo di sostanze pericoloso richiede il rispetto delle vigenti normative. Come dire: tutto avviene in massima sicurezza, non c’è da fare allarmismo. Bisognerebbe chiedere agli abitanti di Brennero se la pensino allo stesso modo.
“Ol rispetto delle normative previste – ha chiarito il consigliere Urzì – non basta a rasserenare gli animi se questi incidenti continuano a ripetersi con frequenza. Il valico del Brennero si trova infatti a 1400 metri di quota e mette a dura prova le valvole delle cisterne dei convogli, che se non si trovano al 100% dell’efficienza posso cedere e causare la fuoriuscita di materiali pericolosi in quanto tossici ma anche incendiabili. Tra l’altro – prosegue Urzì – l’assessore competente non spiega se siano pronti ed immediatamente attuabili piani di evacuazione d’emergenza delle aree interessate, limitandosi ad affermare che “le misure di difesa per la popolazione in caso di interventi di protezione civile sono definite nell’ambito della pianificazione comunale di protezione civile coerentemente con tattiche di intervento necessarie e forme di pianificazione sovraordinata.”
La memoria del drammatico incidente di Viareggio – ha concluso Urzì – impone invece provvedimenti drastici e che mettano al centro la sicurezza di chi risiede lungo le linee ferroviarie. Brennero appare per queste ragioni sovraesposto al rischio di incidenti con potenziali pericolose conseguenze.
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