Con riferimento alle dichiarazioni di Enrico Mentana, direttore del TG di LA7 ospite ieri in Piazza Battisti a Trento, il PATT ha ritenuto opportuno intervenire con forza. Quelle di Mentana, infatti, sono state ritenute parole inaccettabili e vergognose frutto di un’analisi superficiale e di una totale ignoranza della realtà delle autonomie speciali.
Simone Marchiori, vicesegretario del PATT, ha affermato: “Come autonomisti, ma soprattutto come trentini, non possiamo tollerare che un giornalista famoso e stimato come Mentana si lasci andare ad esternazioni che nulla hanno a che fare con la realtà della nostra terra. È scandaloso, infatti, che davanti ad una piazza gremita e senza alcuna possibilità di contraddittorio, il noto giornalista si sia permesso di offendere intere popolazioni che, da decenni e secondo la legge, lavorano per migliorare la propria condizione, far crescere la propria terra e veder rispettati i propri diritti. Basti pensare al passaggio in cui Mentana ha paragonato la SVP a fascismo e comunismo, dimenticando che il partito di raccolta sudtirolese è dal ’48 che riceve democraticamente la maggioranza dei consensi e governa, quindi, a pieno titolo la Provincia autonoma di Bolzano. Ma è altrettanto grave che il giornalista si permetta di sbeffeggiare le minoranze linguistiche invitandole ad andare in Austria solo perché non parlano italiano e rappresentano una cultura diversa.
Ancora una volta con arroganza si ribalta la realtà dei fatti”.
Marchiori ritiene che ancora una volta è prevalsa la logica secondo cui i problemi che affliggono l’Italia derivano dalle Autonomie speciali e non da un centralismo esasperato dello Stato e da un regionalismo incompleto che impedisce alle regioni ordinarie di mettere in atto quell’autogoverno in grado di valorizzare ogni singolo territorio. “Certo, – continua Marchiori – è innegabile che ci siano autonomie speciali che funzionano ed altre che purtroppo rappresentano una fonte di sprechi senza fine, ma guardando alle parole di Mentana, la soluzione non è di certo quella di eliminare tutte le speciali, ma semmai di ampliare le forme di autonomia di quelle regioni che sono in grado di autogestirsi”.
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