TREVISO, 2 marzo – «Continuo a chiedere un prezzo più equo per il latte prodotto dagli allevatori italiani, oltre che l’etichettatura obbligatoria che ne garantisca la provenienza. Non posso che unire la mia voce a quella degli allevatori trevigiani che si sono ritrovati lunedì a Paese, sottolineando quanto ormai sia insostenibile la loro situazione». Lo afferma la senatrice di “Fare!” Patrizia Bisinella dopo la protesta di lunedì scorso in provincia di Treviso ed alla luce delle nuove iniziative annunciate dalle aziende agricole. «Gli allevatori minacciano di non pagare più le tessere alle associazioni sindacali che dovrebbero tutelarli garantendo loro un prezzo di vendita più congruo rispetto ai costi di produzione – prosegue Bisinella -. È ovvio che se si continuerà a non far nulla lasciando che le aziende si trovino a produrre ad un costo di 40 centesimi al litro, rivendendo in perdita il latte a 32 centesimi, per questo settore non può esserci più futuro. È paradossale inoltre che si continui a non porre dei limiti all’importazione del latte dall’estero che ha prezzi più competitivi grazie agli interventi statali ammessi in altri paesi; si favorisce l’accesso di prodotti a costi inferiori a quelli italiani. Capisco la frustrazione degli allevatori, hanno ragione a dire che non si sentono né giustamente rappresentati dalle associazioni di categoria, né tutelati, a differenza di quanto avviene per altri settori. La situazione così non può continuare. Tutte le iniziative parlamentari che ho finora intrapreso non hanno avuto nemmeno risposta, ma non smetterò di battermi al loro fianco fino a che non si arriverà a una giusta considerazione».
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