Alle ore 2.45 è iniziato l’attacco statunitense con missili contro una base aerea della Siria, responsabile dell’attacco chimico avvenuto martedì scorso.Precisione voluta dal Presidente Trump che nei fatti soddisfa tutti i principali soggetti coinvolti. Infatti, sebbene la Russia abbia protestato in modo energico nei confronti dell’amministrazione di Washington, l’attacco missilistico ha aiutato Putin nel far passare in secondo piano le proteste studentesche in corso nel suo Paese.
Il governo russo è da settimane coinvolto in una dura contestazione da parte dei giovani che vivono da 17 anni sempre sotto la stessa guida politica. Le contestazioni stanno mettendo a dura prova il governo di Putin. Il tutto è partito da un documentario che spiegava tutti gli arricchimenti illeciti del Primo Ministro Medvedev, accusato di corruzione politica.
Putin ha definito l’attacco missilistico americano contro la base siriana di Shayrat “un’aggressione contro uno Stato sovrano, in violazione del diritto internazionale” e un cinico tentativo di distogliere l’attenzione del mondo dalle vittime civili in Iraq.
Oltreoceano abbiamo la scelta degli Stati Uniti di attaccare e soprattutto del suo Presidente, Donald Trump. I primi mesi di amministrazione sono stati caratterizzati da forti tensioni sociali, in molti stanno ancora protestando contro la sua elezione, e dallo scandalo Russiangate. L’attacco è servito all’amministrazione Trump per ribadire la propria autorità sia all’estero che a livello federale, ma sopratutto per dissipare le accuse che lo vedono come uomo di Putin.
Una fonte del Pentagono americano ha detto che l’attacco con missili Tomahawk sulla base aerea siriana è un evento “one-off”, una tantum. Secondo la fonte, dunque si tratta di un attacco isolato e non è previsto al momento un’escalation militare americana in Siria. Nulla nei fatti di cui preoccuparsi: gli attacchi statunitensi con missili e aerei sono sempre stati all’ordine del giorno di qualsiasi amministrazione, anche durante l’era Obama.
L’attacco, che è avvenuto dopo il misterioso uso di armi chimiche da parte del governo siriano, è stato un mezzo per rafforzare le rispettive leadership delle due superpotenze.
Gli S-400 russi posizionati in Siria avrebbero potuto facilmente disabilitare quei goffi Tomahawks. Ma l’ ordine è venuto dal cielo – e quindi non hanno fatto nulla. Il Pentagono aveva mandato, per tempo, la dritta a Mosca perché sapeva che cosa c’era in gioco.
Così Mosca ha deciso di far marcia indietro e di fare la mamma. Lo Show dei Tomahawk è il modo con cui il Pentagono è riuscito a demolire la credibilità del Ministero della Difesa russo – quello che aveva spiegato che l’ “attacco chimico” è stato in realtà il risultato del bombardamento di un magazzino segreto di Jabhat al-Nusra dove si produceva gas nervino.
Giorgio Cegnolli