Molto criticata a livello internazionale è stata la decisione di Vladimir Putin di annettere la penisola di Crimea e la città di Sebastopoli alla Russia, dopo che questa aveva fatto parte prima, per decisione di Nikita Krusciov, della RSS Ucraina, poi dell’Ucraina post-sovietica. L’annessione russa probabilmente è stata dettata da ragioni strategiche ed economiche, tuttavia non si possono ignorare le ragioni storiche e culturali che legano in maniera indissolubile la penisola alla Russia e che dalla popolazione sono molto sentite, lo dimostra anche il fatto che il referendum per l’annessione ha visto prevalere quasi all’unanimità i sì (96%, checché ne dicano gli osservatori internazionali, gli stessi che 23 anni fa in occasione sul referendum in Kosovo non dissero una parola).
Anzitutto il primo fattore che da sempre rende di fatto la Crimea russa anziché ucraina è la lingua. La lingua che si usa per comunicare infatti è il primo collante di un popolo, ed ogni lingua è propria di una comunità umana, i greci chiamavano la lingua che avevano in comune “koiné” in quanto chiunque la parlasse era identificato come greco a prescindere dalla città di origine; questo è il primo dato che permette di affermare che il popolo e il territorio di Crimea sono molto più affini alla Russia anziché all’Ucraina, tanto è vero che oltre il 70% dei residenti a Sebastopoli è russo o di origine russa ed utilizza il russo come prima lingua. A ciò si aggiunge che i racconti di Sebastopoli, opere tra le più famose di Lev Tolstoj e della letteratura russa, sono appunto ispirati alle vicende che interessarono la città durante la guerra di Crimea del 1854.
C’è chi prova ad attribuire la separazione linguistica della Crimea dall’Ucraina ad un processo di russificazione forzata, ma ciò è un falso storico: fin dal medioevo infatti Ucraina e Crimea sono sostanzialmente separate, poiché mentre nei territori dell’attuale Ucraina si era formato il cosiddetto Rus’ di Kiev, la Crimea è appartenuta prima all’Impero bizantino e poi alla repubblica di Venezia, e soltanto per un breve periodo attorno al X secolo fece anch’essa parte del Rus’ di Kiev, pertanto affermare che in Crimea non si parli ucraino perché i russi si sono imposti è un falso. Nella penisola non si parla ucraino perché gli ucraini o persone parlante l’idioma ucraino non sono mai stati predominanti.
Sempre per restare in tema di storia della penisola, che è il secondo fattore per cui la Crimea è più russa che ucraina: fu l’impero russo a strappare la Crimea all’influenza degli ottomani (1774) e a renderla poi parte del vasto impero zarista (1784), inoltre la città di Sebastopoli fu fondata nel 1783 per volere dell’imperatrice Caterina II nei pressi dell’antica colonia greca di Kerson e l’imperatrice fece popolare la nuova città da cittadini russi parlanti la lingua russa, anche perché tutti i funzionari e burocrati provenivano dalla capitale, Pietrogrado. Ancora, in Crimea sono sempre accaduti episodi che hanno cambiato per sempre i destini della Russia (anche dell’Ucraina, certo, ma soltanto perché l’Ucraina era a sua volta diventata parte dell’impero zarista prima e dell’Unione Sovietica poi): in Crimea si combatté la guerra sopra citata nel 1854, che mise fine all’espansione verso ovest dei russi; a Sebastopoli durante la guerra civile russa ci fu una roccaforte dell’armata bianca e proprio a Sebastopoli, nel 1920, i bianchi si arresero definitamente ai comunisti. Sempre Sebastopoli fu l’unica città della regione durante la seconda guerra mondiale a non cedere all’occupazione tedesca impedendo così ai nazisti di impossessarsi una zona strategica.
Il terzo fattore è di tipo legislativo: l’Ucraina per prima era conscia della predominanza russa nella regione, ragion per cui il governo di Kiev pensò di concedere lo status di repubblica autonoma, pur restando all’interno dello stato ucraino, nella speranza che ciò bastasse per non perderne il controllo.
Il resto è storia recente: le proteste anti-euro, i russi che entrano in Crimea, il referendum, l’annessione. Si è compiuto il processo che ha riportato la Crimea nella sua casa naturale, la Russia, per iniziativa di certo di Putin, ma anche per volontà di un popolo che ucraino non ci si è mai sentito, lo dimostrano le circostanze.
Andrea Asole
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