Bloody Mary: un drink per stemperare la malinconia di novembre

Si avvicina il 31 ottobre, la vigilia di Ognissanti: preghiera, cimitero, defunti, e “dolcetti o scherzetti”. Un Bloody Mary è quello che suggeriamo per stemperare la malinconia di queste giornate, per l’ora dell’aperitivo.

Un po’ di storia: 1920, Parigi, American Bar, (Harry’s ndr) muove i primi passi nel mondo della miscelazione “Pete” ossia Fernand Petiot, il padre di suddetto drink. Pete si trasferisce a New York nel 1929, prende il posto al banco della King Cole Room, e poi dell’Hotel St. Regis, nel 1934.

Dall’idea di una bevanda inflazionata composta da Vodka e succo di pomodoro, nasce una miscelazione nuova, diversa: un mix di spezie e salse, create da lui – Pete -che caratterizzano un cocktail così buono da arrivare praticamente immutato ai giorni nostri.

Così nasce il Bloody Mary, un sapiente miscuglio di tecnica creativa e di gusto: versate in un tumbler alto con ghiaccio 9 cl di succo di pomodoro, 1,5 cl di succo di limone, 4,5 cl di vodka bianca, 2 o 3 spruzzi di Worcestershire sauce, Tabasco, sale di sedano, sale e pepe a piacere, miscelate il tutto e quindi sorbite.
Buono?
Ora .. qualche brivido, però.

Tantissime le storie riguardanti il nome del drink, la più accreditata è che Bloody Mary fosse il nomignolo della cameriera del Bloody Bucket, di Chicago, città in cui si narra siano vissuti i primi amanti di questo mix di spezie. Ma una versione metropolitana è quella che ci piace di più. Che meglio si adatta a questi giorni. Siete seduti? State bevendo? Ok..

“Siamo nel Nord America, nei primi del ‘900 e Mary è una giovinetta quattordicenne vivace e sana, figlia di un medico e di una lavandaia.
Un brutto giorno la piccola Mary inizia a stare male, si ammala forse di difterite (tifo), le sale la febbre, sta morendo. La madre, molto religiosa, non vuole rassegnarsi alla triste dipartita e nel momento della sepultura convince il marito a collegare una campanella pendente su un trespolo a un filo, legato al polso della bambina, che se la piccola dovesse svegliarsi potrebbe avvisare la mamma che veglia a un metro e mezzo sopra di lei.
Passano le ore. Il marito, scettico, somministra un sonnifero alla moglie e la porta a casa.

La mattina al risveglio la povera donna corre dalla figlia; la campanella è caduta a terra.

La piccola Mary, disseppellita, ha le dita sanguinanti, gli occhi sbarrati, morta nel tentativo di uscire dalla sua piccola bara. Stavolta è morta davvero.

Vive però negli specchi: si dice che se si fanno tre rotazioni su se stessi davanti allo specchio alla luce di una candela, invocando per 3 volte il suo nome, ella appaia riflessa. Si può vedere solo nella controluce di uno specchio, si può dirle qualcosa. Oppure puoi guardarla negli occhi e andare a farle compagnia, dietro allo specchio.. Buon Halloween.”

Di Max Recanatesi