Lettera al direttore: “Una riflessione sui risultati di queste elezioni”

[Photocredit: FarodiRoma]

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera al direttore del coordinatore provinciale di Noi con l’Italia-Udc Enrico Lillo sui risultati delle elezioni. Una lunga e profonda riflessione sulla politica istituzionale e sulla partecipazione alla cosa pubblica secondo la visione del piccolo movimento della coalizione di centrodestra.

Caro Direttore,
mi permetta, almeno in questa fase delle vicende politiche locali, di avere un piccolo spazio in modo da ringraziare gli elettori che nonostante tutto, ci hanno riposto la loro fiducia. Non sono tanti è vero, ma questo non significa che non siano importanti. Noi ce li siamo cercati uno ad uno, senza mezzi economici, senza visibilità mediatica, senza l’appoggio del partito nazionale, con umiltà e tanta tanta fatica. Siamo stati, anche a livello di risultati, la “Cenerentola” di queste elezioni politiche, nel nostro piccolo, abbiamo ridistribuito il poco più dell’1% all’interno della coalizione che comunque ha permesso l’elezione insperata di alcuni senatori e deputati, che altrimenti sarebbero rimasti fuori dal Parlamento. Abbiamo fatto insomma il nostro dovere, e di questo ne andiamo orgogliosi. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza delle nostre responsabilità e capacità con la consapevolezza anche del risultato. E certo non può esserci di sollievo il fatto che anche altrove, in giro per lo Stivale, si rintracciano analoghe situazioni. Il pallino è passato nelle mani di altri, e, se è vero come è vero che dovremmo poter contare su otto parlamentari espressione del nostro movimento, vuol dire che per quanto i tempi siano cambiati alcune regole della politica restano sempre valide: non basta un’etichetta o una poltrona per governare i processi, perché il peso della rappresentanza lo si misura sui fatti, sui risultati concreti, sulla capacità di incidere nei processi decisionali, di far valere le ragioni di un territorio a scapito, evidentemente, di altri. Perché la politica, anzi la democrazia, è anche e soprattutto questo: interessi legittimamente rappresentati che s’incrociano e che confliggono. La democrazia è conflitto, e da queste parti, ormai da un po’, non si vedono generali ma tutt’al più caporali di giornata, mercenari e, nel migliore dei casi, veterani affiliatisi in tempo all’esercito invasore.
Detto questo, noi continueremo il percorso che abbiamo iniziato. I risultati che abbiamo ottenuto in questa tornata elettorale, ci hanno fatto male come un “bel gancio destro”, ma non ci hanno messo a tappeto. Noi continueremo il lavoro che abbiamo iniziato, lo dobbiamo fare per coloro che ci hanno votato, ma soprattutto per quelli che non lo hanno fatto, perché sono quelli da convincere della bontà della nostra proposta politica. Lo faremo da soli, nella stessa solitudine con la quale abbiamo affrontato la campagna elettorale, seppur facenti parte di una coalizione, e non è detto che proprio questo essere in coalizione non ci abbia penalizzato ancora di più, considerata la nostra vocazione moderata. Lo faremo per risvegliare l’orgoglio di tutte quelle persone (tante) che non sono andate a votare perché non hanno potuto trovare all’interno dell’agone politico un punto di riferimento certo. Ebbene, quel punto vogliamo essere noi, con le nostre storie personali e politiche semplici, pulite, comuni alla gran parte dei cittadini con i quali condividiamo gioie e dolori di tutti i giorni e ai quali chiediamo di aiutarci con la loro presenza fisica nel far crescere il nostro movimento, perché partecipare soltanto con il voto o da casa, dietro una tastiera non è sufficiente. Se vogliamo dare un senso a quello che facciamo o che vorremmo fare, lo dobbiamo fare in prima persona. Noi ci saremo. E voi?