Continua la diatriba tra esponenti politici della Lega, come il Segretario trentino Mirko Bisesti, e il presidente dell’INPS Tito Boeri. A fare da casus belli, le parole di Boeri sugli immigrati, fondamentali – a suo dire – per garantire il funzionamento della macchina pensionistica.
Ma a quale costo? “Negli ultimi sei anni sono stati più di 1.500 i braccianti caduti sul lavoro, italiani ed immigrati” sostiene Mirko Bisesti, portando gli esempi di Mohamed e Paola, morti sul lavoro nei campi per il caldo e le condizioni lavorative al limite della schiavitù.
“Boeri e compagni invocano più immigrati, perché? Dietro alla noblesse delle parole integrazione e accoglienza si cela la vera natura schiavista del terzo millennio, basata sull’immigrazione di massa sostenuta dal capitalismo senza scrupoli e osannata dalla sinistra perbenista” continua Bisesti. Che rilancia: “Gli immigrati che arrivano in Italia hanno un livello di istruzione molto basso. Il 47% non ha neanche il diploma, ergo aumentano la concorrenza sul mercato del lavoro meno qualificato, andando a creare tensione sociale e meno garanzie, visti i 5 milioni di poveri assoluti presenti nel nostro Paese“.
Lamentandosi del livellamento verso il basso sia dei salari che del welfare, Bisesti attacca ancora: “Questa folle politica continua nel demolire i valori e le famiglie; invece di sostenerle per risollevare demograficamente l’Italia, propongono immigrazione di massa di nuovi schiavi come nuova forma di natalità. Noi abbiamo tutta un’altra idea di società, di lavoro, di famiglia e le persone premiano la nostra visione“.
“Invito – conclude Bisesti – Boeri, che chiama Soros a Trento per parlare di lavoro, di occuparsi d’altro e lasciarci vivere nel Paese che con il sacrificio, il sudore e il sangue di molti anche lui ha trovato“.