“Il sindaco di Termeno, Werner Dissertori, ha forse sganciato la sua città dalla Provincia di Bolzano?”. A chiederlo è La Foresta che Avanza, il gruppo ambientalista di CasaPound Italia, dopo le minacce del primo cittadino di aprire la caccia agli orsi. Si tratta di parole in netto contrasto con le direttive dell’ente autonomo sul cui sito, alla voce “Ripartizione foreste”, si legge che “è nostro compito ricercare le soluzioni idonee e il necessario grado di tolleranza per favorire la convivenza con questo maestoso animale di elevato valore ecologico, riconoscendogli il diritto a far parte dell’ambiente naturale, che noi tutti ci impegnamo a difendere”.
“L’intento iniziale dell’ufficio caccia e pesca della Provincia – ricorda La Foresta che Avanza – era quello di installare una trappola per catturare gli orsi e munirli di radio collare. Troppo poco per Dissertori, che si è subito detto contrario e pronto a dare il via libera ai cacciatori nel caso in cui gli orsi si fossero avvicinati nuovamente ai centri abitati”.
“Il sindaco – commenta l’associazione ambientalista – vede questi animali come una minaccia e sembra che non sia in grado di immaginare soluzioni diverse dalla deportazione o dall’abbattimento, ma delle due l’una: o è poco informato o gioca con le paure dei cittadini. Vogliamo ricordare, infatti, che non solo l’orso è una ricchezza per il territorio altoatesino e va salvaguardato insieme a tutto il patrimonio faunistico locale, ma che i casi di attacco nei confronti dell’uomo sono così rari da essere pressoché assenti. Oltre a sbandierare i racconti sugli avvistamenti per giustificare la discesa in campo dei fucili, il sindaco – prosegue La Foresta che Avanza – dovrebbe soffermarsi anche su come questi avvistamenti sono effettivamente andati: vi sono testimonianze di più di 300 casi di incontro, addirittura con intere famiglie di orsi, senza conseguenze. Auspicando che si metta da parte il facile allarmismo per una ricerca di altrettanto facile consenso, chiediamo quindi che vengano semplicemente rispettate le direttive imposte dalla Provincia, che indicano l’orso come ‘un particolare arricchimento del nostro patrimonio faunistico e un sigillo di qualità ambientale per le nostre montagne e la loro biodiversità’.
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