Il calo preoccupante di iscrizioni negli asili in lingua italiana (80 solo fra Bolzano e Merano, senza valutare la situazione che pare sia sempre più disastrosa nel resto della provincia, in periferia) impone una reazione che non può essere solo tecnica ed organizzativa perchè attiene il futuro stesso e la sopravvivenza di presidi identitari e sociali solidi per la Comunità di lingua italiana.Per essere chiari la diminuzione di iscritti a brevissimo comporterà due tipi di conseguenze: di ordine occupazionale in primo luogo (e la situazione rischia di divenire esplosiva a fronte dell’ipotizzabile chiusura nei prossimi anni se non già da questo di interese sezioni se non asili), con un riflesso pesantissimo in un momento di massima crisi economica e mancanza di prospettive per molti neo diplomati. Ma di seguito ci sarà la conseguenza sulla scomparsa o l’indebolimento di luoghi nei quali si forma l’identità stessa e la coscienza linguistica dei bambini.A farne le spese il gruppo più debole, quello di lingua italiana.Si badi bene: l’incontro fra bambini di diversi gruppi linguistici sin dalla più tenera età è una opportunità se però ad essi viene impartita una educazione mista (anche sul piano linguistico) non se essi vengono semplicemente catapultati in un sistema di educazione anche valoriale monolinguistica e monoculturale. Questa è l’anticamera, per i più deboli, dell’assimilazione che non è nello spirito dello Statuto di Autonomia.Quindi dall’assessore Tommasini e dal sistema educativo provinciale ci si attende una reazione forte, di tipo culturale oltre che organizzativo, per fare fronte a questo depauperamento pericoloso che presto si riverserà sulle scuole, quando i bambini saranno cresciuti ed i genitori li iscriveranno, dopo gli asili, anche alle elementari nella lingua non di famiglia.Bisogna avere presente che l’obiettivo della formazione linguistica è prioritario per i cittadini del domani che vorranno competere nel mercato del lavoro locale, ma non si può delegare alla scuola ed agli asili di lingua tedesca la missione che spetta alla scuola ed agli asili di lingua italiana. Dove è la programmazione della Provincia? Questo è il punto centrale!Infine una osservazione: non si risolverà il problema insegnando, come propone qualcuno, agli italiani il dialetto ma insegnando ai tedeschi la lingua standard che gli italiani studiano a scuola. Per non trovarci nella paradosasale situazione per cui chi frequenta per decenni una scuola italiana e studia il tedesco, poi nella società si trova a scontrarsi con chi parla solo o quasi il dialetto. E’ ovvio che così si uccide la motivazione di tanti giorvani.Alessandro UrzìL’Alto Adige nel cuore
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa di Alessandro Urzì, consigliere provinciale in Alto Adige, in merito al calo di iscrizione negli asili in lingua italiana.
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