Riapre la stagione della caccia, e con essa tornano i problemi. Il Consigliere Provinciale Filippo Degasperi del M5S ha presentato un’interrogazione presso il Consiglio Provinciale chiedendo conto dei numerosi punti di foraggiamento (o di adescamento?) presenti sul territorio trentino e da considerarsi in violazione delle determinazioni provinciali in materia caccia ed appostamenti:“La documentazione fotografica in nostro possesso dimostra oltre ogni ragionevole dubbio come si operi fuori dalle norme preposte per il foraggiamento degli animali, in particolar modo degli ungulati. Strutture, periodo e soprattutto tipo di mangime non corrispondono a quanto prescritto, ed appare chiaro come lo scopo di queste stazioni, tenute attive anche ad agosto, sia solo di assuefare cervi e caprioli abituandoli a cibarsi in precisi luoghi in modo da aver gioco facile nell’abbatterli una volta aperto il periodo venatorio. A parte che risulta davvero difficile capire dove sarebbe lo “sport” in simili sotterfugi, la domanda che ci poniamo è come sia possibile che veniamo informati noi di queste strutture fuori norma prima delle autorità preposte. In Trentino ci sono almeno 3 entità che in teoria dovrebbero vigilare su situazioni come quella presentata. Parliamo di corpo forestale provinciale, guardacaccia ACT e custodi forestali comunali o dei consorzi di vigilanza boschiva. Come sia possibile allora che nessuno si sia accorto di quanto riportiamo appare inspiegabile, e richiede quindi chiarimenti. Oltre a questo vogliamo sottolineare come la Provincia di Trento finanzi tutt’ora l’ente privato gestore della caccia con centinaia di migliaia di euro. Di fronte ad esempi di evidenti manchevolezze come quelli riportati riteniamo assai opportuno prendere in considerazione il ritiro della convenzione che lega la Provincia all’ente in questione per quanto riguarda la vigilanza”.
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