Maurizio Fugatti “eletto in pectore” Presidente della Provincia Autonoma di Trento. Il candidato del centrodestra in quota Lega non è mai sceso sotto il 42% nella fase di spoglio ed ha accumulato ormai un divario di voti troppo ampio per perdere la testa della corsa alla carica di Presidente.
Non è riuscito a scalfire la coalizione di centrodestra il candidato del PD Giorgio Tonini, fermo al 25%, che probabilmente avrebbe avuto miglior sorte se non si fosse consumato il divorzio con il PATT, con Ugo Rossi che si attesta intorno al 12% dei consensi. Una loro unione avrebbe potuto mettere in discussione la vittoria di Fugatti.
Quarta piazza per Filippo Degasperi, che con il suo Movimento 5 Stelle non raggiunge nemmeno l’8 %, non riuscendo così a rompere la dicotomia destra/sinistra che si prevedeva alla vigilia delle elezioni provinciali nonostante una campagna elettorale molto incisiva, favorita soprattutto dalla presenza di esponenti del Governo nazionale di provenienza trentina.
Temporaneamente fuori dal consiglio regionale i candidati a sostegno sia di Antonella Valer di Liberi e Uguali sia di Filippo Castaldini di Casapound Italia, rispettivamente fermi al 2,90% e allo 0,98% e quindi fuori dal Consiglio provinciale. Fuori di poco anche Mauro Ottobre (2,27%) e Roberto De Laurentis (1,93%).
Per quanto riguarda i singoli partiti, la Lega è il primo partito provinciale, sfondando quota 25% e contribuendo significativamente alla vittoria di Fugatti. Seguono il Partito Democratico e il Partito Autonomista Trentino Tirolese, entrambi tra il 12 e il 13%. Il M5S non arriva al 7%, boom di Futura che supera il 6,5%. Buoni risultati per Civica Trentino (4,49%) e Autonomisti Popolari (3,20%), male Fratelli d’Italia (1,24%) e Forza Italia (2,63%) che paga la fuoriuscita di Giacomo Bezzi verso l’Unione di Centro (2,25%). Agire per il Trentino di Cia si ferma sotto al 2%.