La BPCO ( bronco pneumopatia cronico ostruttiva ) anche se largamente sconosciuta è la quarta causa mondiale di morte : strettamente correlata con la bronchite cronica e con l’enfisema polmonare, purtroppo non è guaribile.
La BPCO è una patologia dell’apparato respiratorio che conta solo in Italia 5,5 milioni di malati : solitamente insorge in seguito a danni delle vie respiratorie provocati dall’inalazione costante di sostanze nocive come il fumo, un vizio che tutt’oggi ha 10 milioni di “adepti” e i sintomi solitamente sono produzione di espettorato,dispnea (la mancanza di respiro) e tosse. Non esiste una cura per questa sindrome,e l’unica cosa sulla quale fino si è potuto contare è l’aiuto dei broncidilatatori che rilassano la muscolatura dei bronchi,aiutando quindi la respirazione. Cosa fare dunque per rendere migliore la qualità della vita delle persone affette da questa malattia ?
Se lo sono chiesti anche due ricercatori del National Technical University of Athens, Ioannis Kouris e il collega Dimitris Koutsouris, che hanno proposto di dislocare dei sensori di rilevamento dell’aria nelle varie città, per monitorarne la qualità : connessi ad internet, come un bollettino meteo, darebbero la possibilità ai malati di BPCO di consultare i dati e conoscere le eventuali zone a rischio per poi evitarle.
La nuova proposta dei due ricercatori verrà presentata anche in Italia, a Verona, presso l’auditorio GlaxoSmithKline durante il convegno Pneumo’14 : sino ad ora testata solo in uno spazio ristretto, dentro le mura di un campus, la loro ricerca ha già denotato la capacità di individuare i cosiddetti “ triggers” ossia le polveri e le sostanze inquinanti come ossidi di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio e le emissioni rilasciate da centrali elettriche ed industriali. Nel mondo la broncopneumopatia colpisce 329 milioni di persone, quasi il 5% della popolazione mondiale e nel 2011 ha provocato oltre 3 milioni di decessi : recenti studi hanno evidenziato che questa malattia potrebbe diventare entro il 2020 la terza causa di morte al mondo.
Se i malati di BPCO riuscissero ad evitare le zone ad alta concentrazioni di “triggers” potrebbero condurre uno stile di vita migliore, ed è proprio a questo che puntano Kouris e Koutsouris : dare la possibilità tramite internet di consultare le zone “ a rischio” ed evitarle, nello stesso modo in cui si consulta il tempo meteorologico previsto e magari in futuro addirittura con un app dedicata, direttamente da smartphone e tablet.
Cecilia Capurso
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