
Sembra aver retto l’accordo raggiunto stamane tra centrodestra e M5S: dopo le turbolenze degli ultimi giorni – dall’irremovibile No dei pentastellati alla candidatura di Paolo Romani (Fi) come Presidente del Senato alla giravolta della Lega che nella seduta di ieri ha lanciato a sorpresa il nome Anna Maria Bernini, sempre al Senato, rischiando di infrangere la coalizione con Berlusconi – l’intesa sui nomi si è finalmente consolidata.
Al M5S è andata la Presidenza della Camera con Roberto Fico (422 voti a favore), già Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai nella scorsa legislatura, e al centrodestra quella del Senato con Maria Elisabetta Alberti Casellati (240 voti a favore), berlusconiana di ferro e avvocato matrimonialista nonché primo Presidente del Senato donna nella storia repubblicana.
Inizialmente il MoVimento aveva avanzato il nome del trentino Riccardo Fraccaro, che però il centrodestra ha rigettato non avendo apprezzato i suoi toni accusatori nei confronti dei colleghi deputati chiamandoli ripetutamente “ladri” in una seduta del 2013; il M5S dal canto suo non ha avuto nulla da ridire sulla nuova candidata proposta dal centrodestra: il problema con Romani era la condanna a suo carico dell’ottobre dell’anno passato, e dal momento che la Alberti Casellati è incensurata Luigi Di Maio non ha avuto motivi per porre un veto sul suo nome.
Viste le difficoltà con cui è stato raggiunta questa intesa, tra scivoloni e incidenti di percorso, la strada per la formazione di un governo M5S-centrodestra non è per forza scontata: l’accordo raggiunto non dimostra ancora nulla, se non un profondo senso di pragmatismo tra i due blocchi politici più votati alle scorse elezioni del 4 marzo. Può ancora succedere di tutto.